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1972 – 1922: UNA FANTASTICA EVOLUZIONE PIONIERISTICA

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 A cura di Luigi Rota Caremoli, Membro dell’Ordine degli Agronomi Jr di Bergamo, Socio Onorario A.I.T.G. e Membro Senior dell’European Institute of Golf Course Architects 

Buona giornata a tutti,

è con vero piacere che accolgo la richiesta dell’amico Mariano di raccontare la storia sulla fondazione nel 1972 dell’Associazione Italiana Segretari di Golf, successivamente rinominata Associazione Italiana Segretari e Greenkeeper e, infine, Associazione Italiana Tecnici Golfisti.

Molti di voi non mi conoscono essendo nato nel periodo ‘jurassico’ del golf in Italia. Mi chiamo Luigi Rota Caremoli, per quasi 20 anni segretario del Circolo Golf Villa d’Este a partire dal lontano 1971, dopo un’esperienza vissuta in Inghilterra presso la scuola per tappeti erbosi di Sutton’s a Reading con una parentesi nella costruzione dell’Elba Golf dell’Acquabona.

Per meglio comprendere la straordinaria evoluzione della nostra associazione a cinquanta anni dalla fondazione è necessario fare una premessa sullo stato in cui i pochi addetti ai lavori operavamo nel golf alla fine degli anni ‘60 inizio anni ‘70.

I percorsi esistenti sul territorio italiano erano circa 40: 2 con 27 buche, 20 circa con 18 e i restanti a 9 buche. Erano situati in maggioranza nelle vicinanze di grandi città del Centro Nord e in zone ad attrazione turistica come pure in aree di villeggiatura prevalentemente estiva con un’apertura limitata a brevi periodi dell’anno. Erano percorsi nati grazie al mecenatismo e successivamente dall’aggregazione di appassionati golfisti mediante quote partecipative al capitale sociale, pertanto strettamente privati, il cui accesso era regolamentato dai singoli circoli in modo compiacente alla compagine sociale. Da qui nascevano frequenti conflitti con i giocatori tesserati presso club minori a 9 buche o stagionali i quali, per accedere a giocare sui percorsi a 18 o più buche diventava difficile o quasi impossibile. Per rimarcare la diversità da allora ai giorni nostri, in un club blasonato fino al 1971 rimasero esposti dei cartelli con le scritte “VIETATO L ‘INGRESSO AI CANI E AI BAMBINI”.

Gli addetti ai lavori, chiamati segretari, erano prevalentemente ex golfisti italiani o inglesi oppure amici degli amici che godevano della simpatia del presidente, sempre pronti ad eseguire le direttive che ricevevano, siano esse giuste o sbagliate. In quel contesto si stavano formando nelle segreterie dei circoli dei giovani impiegati provenienti dalla gavetta. I greenkeeper erano quasi tutti ex operai del campo con una spiccata capacità lavorativa ed erano in subordine ai segretari, i quali prendevano direttive dal socio addetto al campo. In quegli anni ho assistito più volte a interventi significativi sui percorsi per poi essere rifatti nel modo in cui erano all’origine. Ciò accadeva a secondo dei consiglieri delegati dallo stesso consiglio responsabili di turno del campo, i quali erano degli ottimi imprenditori ma pessimi conoscitori della storia del golf nonché delle dinamiche manutentive dei tappeti erbosi. Le Regole del gioco del golf poi venivano applicate secondo la decisione di un comitato ristretto di tre soci (quasi mai presenti nel momento del bisogno) con problematiche conflittuali non secondarie tra i giocatori.

Nel frattempo, nelle segreterie dei circoli e sui percorsi crescevano dei giovani “self-made-men”, volonterosi intraprendenti e contemporaneamente preparati sia nel management dei circoli che nella cura e nella manutenzione dei percorsi e si palesava uno sviluppo degli impianti golfistici.

In tale contesto un numero esiguo di segretari di circoli rappresentativi nel panorama italiano, tra i quali il sottoscritto, avvertivano la necessità di superare il confronto telefonico mediante incontri periodici, per scambiare vicendevolmente le proprie esperienze sulle regole di gioco, la cura del percorso, le essenze erbose appropriate al clima e le nuove tecniche manutentive. Nacque quasi una competizione tra noi ad acquisire sempre maggiori conoscenze mediante la lettura di riviste tecniche inglesi e americane. Si dialogava direttamente con St Andrews per dei ruling, con la scuola di Turf Management di Bingley o Reading in Inghilterra. Ci si accorse da subito che gli argomenti trattati interessavano molto diversi addetti ai lavori dei circoli. Dopo i primi incontri allargati ai più volenterosi, nacquero i primi problemi con alcuni organi della Federgolf che non gradiva detti incontri senza il loro controllo, creando anche dei problemi a quei circoli che acconsentivano al loro segretario di presenziare. Sotto un certo aspetto comprendevamo le ragioni della Federgolf ma a quei tempi non era ancora organizzata per seguire le nostre richieste di sapere fino alla nascita della Scuola Nazionale dei tappeti erbosi, sorta nel 1989. Nel frattempo, andammo per la nostra strada e, con l’avvallo di pochi presidenti di circoli lungimiranti, continuammo ad organizzare incontri al Golf Milano, Bologna, Villa d’Este e Varese dando a tutti gli addetti ai lavori la possibilità di partecipare. Purtroppo, alcuni presidenti ravvisavano in questi incontri un tentativo di formare un sindacato per avanzare pretese economiche.  Dopo avere assicurato che ciò non sarebbe avvenuto ci sentimmo più liberi di procedere. ciò comunque provocò l’abbandono di alcuni sostenitori degli incontri. Rimase comunque un bel numero, trascinati dei 3 C (Carrera, Costa e Caremoli) e si continuò. Nel 1972, con l’assistenza di un notaio di Varese, un gruppetto formato da Ettore Muzio, segretario di Varese, Sergio Carrera, segretario di Sanremo, Renato Blandi, segretario del Milano, Paolo Magoni, direttore di Rapallo e il sottoscritto, segretario di Villa d’Este, costituì l’Associazione Italiana Segretari di Golf.  L’incarico di presidente fu assegnato a Renato Blandi, mentre la funzione di segretario fu affidata al sottoscritto. Mediante un concorso di idee ci dotammo di uno stemma (vedi foto allegata). Nel 1975 in occasione dell’assemblea tenutasi presso Villa d’Este alla quale erano stati invitati anche i greenkeeper, abbiamo approvato uno statuto e incluso gli stessi nel Consiglio Direttivo che risultava così composto: in rappresentanza dei segretari Gian Franco Costa (Presidente), Sergio Carrera, e Luigi Rota Caremoli; in rappresentanza dei greenkeeper Luigi Salvi e Merlo Pic. Al sottoscritto venne affidato l’incarico di coordinatore e segretario che mantenni per circa 15 anni.

Gli anni che seguirono furono molto intensi per il lavoro svolto per la crescita dell’associazione. Ogni due mesi veniva inviato agli associati un ciclostilato fatto in casa che trattava di regole di golf, ruling di casi avvenuti sui nostri percorsi, aspetti sulla cura e sulla manutenzione del percorso mediante la pubblicazione di articoli pervenuti dai vari associati segretari e greenkeeper e di pezzi significativi tradotti da testate tecniche americane e inglesi. Nel 1976 vennero interamente tradotte in italiano da Marina Clerici di Varese e dal sottoscritto le Regole del “Golf Rules IIllustrated”, un voluminoso fascicolo seguito da aggiornamenti illustrati.

Nel frattempo, Il numero dei percorsi aumentava come pure il settore commerciale che si stava formando. L’associazione, unitamente ai soci aggregati, contava su oltre 160 addetti ai lavori. Per almeno 15 anni detti incontri e contatti furono costanti e di uno o più giorni all’anno, arricchiti dall’esposizione delle attrezzature e dei materiali vari dei fornitori del settore in concomitanza con i nostri incontri. Molti associati erano sempre più preparati e contesi dal mercato e di conseguenza migliorarono anche le condizioni economiche dei singoli.

Nel 1989 con l’istituzione da parte della Federgolf della Scuola Nazionale di Golf, si è trasformato e rinvigorito quello spirito pionieristico volontario, dando vita a un impulso professionale sempre più qualificato per le nuove generazioni, a beneficio anche dei campi da golf stessi.

L’associazionismo partito nel 1972 è stata una grande evoluzione di spinta al miglioramento di ognuno di noi e un’occasione per allargare le amicizie nell’ambito personale e golfistico. Purtroppo, molti di loro non ci sono più e a loro va la mia riconoscenza unita a un indelebile ricordo.

Mi è doveroso ricordare che l’immensa mole di lavoro invisibile che richiesero quegli anni non sarebbe stata possibile se non avessi avuto il consenso del presidente del Golf Villa d’Este, Leopoldo Varasi, nonché l’aiuto della solerte segreteria del circolo, Luisa Croci, alla quale va un particolare e sentito ringraziamento per il tempo dedicato e le innumerevoli matrici da ciclostile battute e ribattute. Così come a mia moglie Francesca, che confezionava i fascicoli e li affidava alla posta, e alle mie due figlie, Elena e Silvia, che sin dall’età di cinque anni avevamo trasformato in un gioco la stampa dei fascicoli con il ciclostile. Un vivo grazie anche a quanti hanno inviato materiale da pubblicare. Se ho omesso di ricordare qualcuno abbiate clemenza per la mia anagrafe e vi auguro un sincero buon lavoro!

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